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Fondo Mons. Antonio Illibato

Donata nel 2018 dai familiari, la raccolta si snoda e si rivela in quello spazio che biblioteconomisti e professionisti del settore definiscono biblioteca d’autore. Secondo l’Associazione Italiana Biblioteche, la biblioteca d’autore indica una raccolta libraria privata e personale che, per le sue caratteristiche interne, tramite i singoli documenti e nell'insieme della collezione, sia in grado di testimoniare l'attività intellettuale, la rete di relazioni, il contesto storico culturale del suo possessore. Sebbene non ne siano definiti i confini cronologici, l'espressione è nata per identificare in particolare le raccolte di autori novecenteschi che negli ultimi anni sono confluite in gran numero nelle biblioteche e negli archivi pubblici. L’intero fondo è costituito da 4000 volumi circa, che segnano il profilo culturale dello studioso. Sacerdote del clero di Napoli, storico della Chiesa, profondo conoscitore dei secoli ‘800 e ‘900, è stato autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Direttore dal 1994 al 2016 dell’Archivio Storico Diocesano di Napoli, nel 1980 fu chiamato dall’allora Arcivescovo-Prelato di Pompei, Monsignor Domenico Vacchiano, a riordinare l’Archivio Storico Bartolo Longo, di cui ha pubblicato, nel 1986, la “Guida-Inventario”. Sono sue le due biografie dedicate al fondatore del Santuario: “Bartolo Longo. Un Cristiano tra Otto e Novecento”, in tre volumi tra il 1996 ed il 2002, e “Bartolo Longo dal Salento a Pompei. La carità che fa nuova la storia”, del 2017, testi imprescindibili per conoscere la vicenda personale di Bartolo Longo, la Storia del Santuario e della nuova Pompei. La biblioteca, comprendente testi antichi e moderni di argomento teologico e storico, oltre ad alcuni periodici ed estratti, è importante perché documenta il percorso di studio e di formazione dello studioso e si pone quasi come una bussola per lo studio della storia di Napoli, della storia della Chiesa e nello specifico della storia del Santuario di Pompei e delle opere annesse. Nel corso del 2019, il fondo è stato catalogato nell’Indice SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale). Ciascun esemplare è stato valorizzato mediante una indicizzazione analitica e coerente. Ogni opera è parte indivisibile di unicum, traccia della vita scientifica, letteraria e in alcuni casi anche privata. Sono ricorrenti, infatti, gli esemplari con note di possesso, annotazioni manoscritte, dediche autografe con attestazioni di stima e di amicizia di studiosi, amici, conoscenti e studenti. L’analisi di tutti questi elementi fornisce dati significativi per l’esame del contesto culturale a lui contemporaneo ed interessanti spunti anche per la storia dell’editoria. Un notevole patrimonio culturale, dunque, oggi disponibile ed accessibile agli utenti.